Sabato 20 ottobre è stata inaugurata presso la galleria d’arte Spazio 100 di Torino l’esposizione collettiva “Up! Art up!”.
La galleria, situata in Via Oropa 100, si caratterizza per un ambiente essenziale in cui da circa sette anni vengono presentati giovani (e meno giovani) artisti emergenti, sia in mostre collettive, sia in mostre personali. Sono le collettive a richiedere più lavoro organizzativo, per la necessità di trovare artisti in qualche modo compatibili tra di loro.
In questa occasione, hanno partecipato quattro artisti, differenti tra loro in quanto a mezzi espressivi, ma accomunati dalla volontà di sperimentazione.
Nicholas Avanzi, in arte Cipo, arriva dal mondo dei graffiti e utilizza quindi la grande potenza espressiva dei colori in ciascuna delle sue opere. Avvalendosi anche di materiali di recupero tratta argomenti di attualità, sia quando in scultura rappresenta l’uguaglianza intrinseca di tutti gli esseri umani, sia quando in pittura rappresenta personaggi politici del presente o del passato.
Barbara D’Adamo ha studiato calligrafia e sigillografia estremo orientale e in questa mostra presenta delle opere su carta o su tela, in tecnica mista e collage. Ogni opera è composta da una serie di immagini che rappresentano un determinato contesto urbano e che, con la loro rapida alternanza spaziale, diventano espressione del ricordo che l’artista ha di quel luogo.
Martina Cortelli Panini usa la fotografia per creare immagini che stupiscono lo spettatore, grazie all’accostamento di elementi molto distanti tra loro (o almeno così si pensa comunemente): il corpo umano e i minerali. Fotografati nei particolari e utilizzando la stampa in bianco e nero, acquistano caratteri comuni, come se il DNA non fosse prerogativa degli esseri viventi.
Maria Cristina Pellegrino, in arte Cristina Pi, laureata all’Accademia delle Belle Arti di Torino, ha ridotto ai minimi termini i suoi mezzi espressivi anche per “parlare” di argomenti molto complessi, quali la pedofilia, l’immigrazione e i bambini-soldato. Anche i colori sono ridotti ai minimi termini: il nero e il verde “acido” si aggiungono alla trasparenza del vetro.
* fotografie gentilmente concesse dalla pagina facebook di Spazio 100