Sentenza

In attesa della sentenza…
una sentenza ancora, anche se oggi il tribunale è un’entità aleatoria suprema.
E così ci guardiamo negli occhi di nuovo e mi domandi: quali sarebbero le tue aspettative?
Io aspettative non ne ho più
… ma mentre le pronuncio già mi accorgo di quanto suonino false queste parole.
Volare, vedere l’Oceano e tuffarmici in una notte d’estate, Parigi, l’Africa, tornare in tutti i posti dove sono stata, far l’amore senza ritegno…
Niente di tutto ciò: mi butterò sul letto, una sbronza e attenderò la notte… forse.
Nemmeno per sogno! Non te la darò vinta neanche oggi.
M’incazzerò, lotterò, ti prenderò a pugni e calci, ti sfiderò… finalmente me ne fregherò di tutto e tutti…
E a cosa servirebbe ormai?
A questo punto è inevitabile voltarsi indietro, riavvolgere la pellicola e fermarla su alcune scene. E li rivedo: c’era ancora lei, c’eravate tutti e c’ero anch’io. E c’era lui. E c’eri anche tu, da sempre. Abbiamo camminato a fianco, ci siamo amati, odiati, abbiamo ballato a lungo prendendoci per mano o pestandoci i piedi. Ci siamo confusi, persi, ritrovati.
Ed ora bisogna anche fare i conti con Dio: c’è, c’era, ci sarà? E raggiungerò lei, e ritroverò lui ad aspettarmi? E bisogna fare i conti con tutto questo vuoto infinito, con questo tempo. Tornerò? Ci sarà un’altra occasione? Li riconoscerò? Mi sentiranno?
Devo pensare cosa dire: saluti, rimpianti, promesse, consigli? Devo pensarci bene, sono le parole più importanti: potrebbero essere ascoltate per sempre o dimenticate il giorno dopo.
Stai sveglio con me, non voglio più dormire, ne avrò di tempo domani…
sogno e realtà a questo punto si invertono, come cielo e mare sulla linea dell’orizzonte: s’avvicinano, s’assomigliano talmente fino a toccarsi, fondersi, capovolgersi.
E se guardo difronte a me ritrovo solo Te, qui siamo soli, in fondo siamo sempre stati soli. Tanto vale firmare un’armistizio, lasciarci andare, confonderci.

Non farò nulla di tutto questo. Lo so. Mi sveglierò ogni mattina per restare qui, fino all’ultimo. Con ostinazione cercando ancora la soluzione del quadrato, tenterò ancora di rimettere insieme tutti i colori, tutte le voci. Remerò fino all’ultimo per questa barca, fingendo di vedere l’approdo. Farò finta che nulla sia cambiato, i passi li conterò in silenzio. Ad ogni imbrunire mi dirò che il sole domani sorgerà ancora. Farò ciò che ho sempre fatto, con la massima razionalità. Ed avrò bisogno ogni giorno di questa sedia, questo tavolo, questa finestra, questa maschera.

Perchè davanti ad una sentenza si è vigliacchi davvero. Si perde ogni coraggio.
Poi la notte sognerò fra musica e libri. Fino a quando m’addormenterò. E tu allora mi darai la mano.

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