Over TURE

Venerdì 5 aprile è stata inaugurata la mostra Over TURE presso il Ricetto di Borgata San Mauro ad Almese. In realtà si è trattato di una doppia inaugurazione poiché, grazie all’amministrazione culturale e all’associazione culturale Cumalè, la location, a partire da questa esposizione, diventerà la sede di diverse manifestazioni culturali e artistiche e di attività per ragazzi.

Il Ricetto è una costruzione medioevale, di cui si trova una prima traccia in un documento dell’anno 1029, che da chiesa divenne, con il passare dei secoli, magazzino, tribunale ed archivio dei monaci. In cima alla torre, che con i suoi 25 mt è la più alta torre medioevale ancora esistente in bassa Val di Susa, si può ammirare un vasto panorama della Valle. La costruzione si sviluppa su quattro piani, ai quali si aggiungono le altre quattro rampe di scale della torre.

Per questa grande occasione il direttore artistico Giuseppe Misuraca è riuscito a riunire le opere di tre artisti storicizzati: i pittori Antonio Carena e Claudio Giacone e il fotografo Dario Lanzardo. All’inaugurazione hanno partecipato la figlia e il nipote di Carena e la moglie di Lanzardo, mentre era presente il novantaduenne Giacone che ha ringraziato i molti partecipanti, ma con grande concisione ha detto che l’artista non deve parlare ma deve inventare. Sue le opere al piano terra, opere che rappresentano ghiacciai e che ben si coniugano con il masso erratico, parte integrante della costruzione, che sporge all’interno della stanza.

Le fotografie di Dario Lanzardo sono posizionate lungo le scale della torre, in un contesto mai così appropriato: sono le foto delle armature medioevali dell’Armeria Reale di Torino, che sono state esposte in castelli e palazzi in vari luoghi d’Italia e d’Europa. Svuotate del contenuto umano, e quindi rese ancora più inquietanti, le armature ritratte da Lanzardo sono ispirate al “Cavaliere inesistente” di Italo Calvino. Del racconto di Calvino hanno letto un passaggio Beppe Gromi, attore e regista, nella parte del narratore, di Carlo Magno e dei vari cavalieri in adunata, e Al Hassane Kone, attore e danzatore africano richiedente asilo politico, nell’unica parte del cavaliere inesistente; scelta non casuale quest’ultima, ma metafora della condizione delle persone immigrate, che si vorrebbero invisibili, inesistenti appunto.

Di Lanzardo sono presenti in mostra anche due fotografie di paesaggi che richiamano le opere degli altri due artisti.

Nei rimanenti tre piani, c’è una vasta esposizione di opere di Antonio Carena, del quale in realtà non è la prima volta che si organizza una mostra postuma al Ricetto. Nel 2010, pochi mesi dopo la sua morte, venne organizzata “Paesare Digitalizzando”, nella quale furono esposte opere realizzate a quattro mani con l’artista amico Willy Dark. Nella mostra attuale, Over TURE, da un primo dipinto astratto del 1948, si passa attraverso diverse opere materiche a tecnica mista, per arrivare ai famosi cieli, che all’inizio erano in varie tonalità di grigi, giungendo poi all’azzurro e al bianco che conosciamo. Osservando le varie opere, mi è tornato alla memoria, il rumore del compressore dell’aerografo che, essendo vicini di casa nel centro storico di Rivoli, sentivo provenire dal suo cortile, dalle stanze dove lavorava. Occasionalmente ho avuto anche la possibilità di vederlo all’opera o comunque di sbirciare “i cieli” ancora inediti, ed il mio rammarico è di essere approdata alla pittura troppo tardi, in realtà dopo la sua morte, avvenuta nel 2010, e quindi di non aver avuto la possibilità di rapportarmi con lui sotto l’aspetto artistico. Così, con un po’ di invidia, penso alle sue “magnifiche”, le allieve che hanno potuto crescere come artiste grazie al suo insegnamento.

Di Carena, nella mostra di Almese, viene proiettato un video inedito, registrato poco prima delle sua morte, nel quale dipinge il corpo di una modella, performance ripresa da cinque angolazioni e quindi proiettato in cinque immagini.

Cosa unisce i tre artisti in questa mostra? Sicuramente l’interesse per la Terra, riassunto dall’immagine dell’opera di Carena che è stata scelta per rappresentare la mostra: questo grido, grondante come sangue, che pur essendo del 1995 sembra molto attuale. I ghiacciai di Giacone e i paesaggi di Lanzardo appartengono a questa Terra, o meglio, dovremmo fare in modo che ancora le appartengano.

Mentre la mostra di Lanzardo nella torre proseguirà fino al 6 gennaio 2020, sabato 4 maggio Over TURE è stata ridimensionata e le opere spostate all’ultimo piano dell’edificio, per permettere l’inaugurazione dell’esposizione collettiva alla sua quarta edizione “Pennellate in versi, cadenze sfumate”. La mostra ha avuto come protagonisti poeti e pittori: i primi hanno ispirato con i loro versi gli altri, che hanno espresso sulla tela la loro interpretazione della poesia scelta.

Anche i visitatori sono stati protagonisti, perché hanno votato l’abbinamento poesia/opera pittorica che più li ha colpiti. Alla mostra, che si è conclusa il 17 maggio, ho partecipato con un quadro inedito dal titolo “La condizione umana” ispirato alla poesia “Il silenzio della vita” di Silvano Zecchin.

La condizione umana • Marzia Ciliberto
olio su tela • cm 40×30

Il silenzio della vita
Silvano Zecchin

Io che ho detto sempre si
senza mai sapere a chi,
sono morto proprio il giorno
che sono stato chiuso qui
In questo posto senza più onore,
mi han tolto l’orgoglio
e il progetto d’amore.
C’è vita qui dentro, la gente si muove,
senza una meta corre e cammina.
Le mille strade, bianche come il sale,
portano a tutto e non danno niente.
Ecco che allora provo a volare,
forse è cosi che so dove andare
ma i tanti guardiani di bianco vestiti,
mi coprono il corpo con una camicia,
le mani tremanti le spingono forte,
mi stringono i polsi e mi legano al letto.
Inerte il mio corpo libera la mente,
che vola lontana nel vecchio mondo,
un filo lo trova e mi porta da lei.
Vedendo quel mondo mi accende un sorriso
rivedo i miei figli e i giorni con lei,
mentre una goccia di acqua salata
scende dagli occhi bagnandomi il viso
mi spegne la luce e cancella il sorriso.
Provo ad alzarmi perché voglio andare
il letto mi tiene non so cosa fare
per farmi sentire provo ad urlare
il grido d’aiuto nessuno lo sente
si smorza in gola. la voce non esce
Disteso sul letto, il dolore nel cuore
in solitudine e totale silenzio
con tanta rabbia grido a me stesso
fatemi uscire, voglio andare da lei.

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