Operazione Condor

a cura di Andrea Mauri

Il volo di Laura
Idea originale di Liliana García Sosa Drammaturgia di Daniella Lillo Traverso

Regia e messa in scena di Liliana García Sosa e Ugo Bentivegna

Sistematiche violazioni dei diritti umani avvengono ogni giorno in molte zone del nostro pianeta, dove si nega l’asilo a migliaia di vittime di guerre, carestie e dittature, che trovano le frontiere chiuse. Oggi questa realtà rappresenta uno dei momenti più duri nella difesa dei diritti fondamentali. Molti fuggono dall’orrore per poi ritrovarsi nello squallore di essere apolidi, senza terra, se non desaparecidos del terzo millennio, risucchiati dal mare. L’andirivieni transoceanico aumenta e le frontiere sono sempre più liquide. Esistono le braccia aperte della solidarietà, ma anche le porte chiuse, sbattute con la violenza del rifiuto e della discriminazione.

Questo progetto teatrale che parte da Roma, si propone di “sparare” significativi e pacifici colpi d’arte, in risposta alle insensate e violente pallottole dei regimi. L’opera si basa su fatti storici realmente accaduti sotto le ali del terrore della cosiddetta “Operazione Cóndor”, che hanno coinvolto, tra gli altri, cittadini italo-latinoamericani. Le indagini sono state condotte per circa quindici anni dal Pubblico Ministero italiano, dopo aver ricevuto le denunce dei parenti delle vittime e dei sopravvissuti. Il piano di sterminio conosciuto come Operación Cóndor o Plan Cóndor viene definito quale coordinamento tra i regimi, i corpi militari ed i servizi segreti delle dittature di Argentina, Brasile, Bolivia, Chile, Paraguay, Uruguay e, in forma meno constante, Perù. In realtà si è trattato di un’associazione a delinquere finalizzata alla scomparsa degli oppositori ai regimi, come accertato nella recente sentenza argentina. Il tragico risultato del Plan Cóndor è stato l’assassinio sistematico di circa 50.000 persone, di 30.000 prigionieri desaparecidos e 400.000 detenuti. Secondo le denunce delle “Madri e delle Nonne di Plaza de Mayo”, molti sarebbero i bambini sottratti a genitori assassinati che si troverebbero in Italia e in altre parti del mondo, sotto falso nome.

Come è noto, alcuni di questi fatti sono stati oggetto del processo iniziato in Italia nel 2015 presso la Terza Corte di Assise di Roma, celebrato nell’Aula “bunker” del carcere di Rebibbia. Alla sbarra, militari e civili latino-americani, accusati di omicidio pluriaggravato e sequestro aggravato di cittadini italo-argentini, italo-cileni, italo-uruguaiani, e in minor misura boliviani, peruviani, brasiliani, paraguaiani. Questo è il drammatico contesto che fa da sfondo alla storia raccontata nell’opera teatrale che vuole creare un ponte transoceanico culturale. Battersi, attraverso la giustizia, per una vera e propria “contro-operazione Condor della cultura” per unire l’Italia e l’America Latina attraverso il filo della memoria, e riconvertire il dolore in speranza.

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