la maschera

Devo dirvi la verità… ho dovuto indossare ancora una maschera per tornare a scrivervi… ho tolto il mio vero volto, ho persino modificato il tono della mia voce, indossato un costume e studiato il mio copione…

Una sera un amico mi ha fatto notare che ci sono persone che nello scrivere sono schiette, dirette… ed altre che, come me, hanno bisogno di giocare con le parole, giocare fra il dico e non-dico, giocare con allegorie e metafore…

Sì, ho bisogno di impersonare un personaggio, sono teatrante e commediante, e ho bisogno di uscire da dietro le quinte sul palco dove gioco me stessa… senza le quinte che mi garantiscono di poter sparire in qualsiasi momento, io non potrei esser qui a scrivervi, a parlarvi di me…

C’è chi sostiene che in tutto ciò c’è poca lealtà; c’è chi raccomanda che giocare con i sogni può essere bello… ma è poco reale; c’è chi insegna che la faccia scoperta è solare e piena di vita, mentre una maschera ha sempre un colore che somiglia alla morte…

l’uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria; dategli un maschera e vi dirà la verità… ha risposto Oscar Wilde.

Io mi sono nascosta dietro la giustificazione del fascino: suvvia, ammettiamolo, siamo tutti un po’ attratti e sedotti dal nebuloso, da chi non dice ma fa intuire, da chi asserisce e al contempo contraddice… è solo un’arma di seduzione!

E’ ancora uno dei miei personaggi ad aver sostenuto questa visione, era una nuova scena dello stesso atto… ché ripetere all’infinito la stessa scena stanca l’attore e uccide la suspence della commedia… e senza suspence muore anche la seduzione.

Ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre, uomini che hanno il potere di farmi sentire nuda, talmente nuda da spogliarmi del mio stesso volto… lasciandomi solo gli occhi a spuntare da dietro la maschera… ci sono uomini che hanno il potere con lo sguardo di penetrarmi più a fondo di qualsivoglia atto sessuale…

Non confondermi mai, non confondermi mai
col vento e le stagioni
e non confonderti mai, non confonderti mai
con gli altri suoni;
e non mi mettere mai, non mi mettere mai
tra i cattivi o tra i buoni:
io sono solamente quel che sono
un vero lanciatore di coltelli…

Ci ho pensato, ci ho riflettuto tutta una notte… e ho concluso che forse ha ragione il mio amico: la vita è altro, la vita è altrove

Dietro la maschera nascondi la tua incapacità a vivere, a sorridere, ad accettare la vita…

Ci ho pensato e ripensato… e ieri sera mi sono trovata a cenare ad una tavola con altri 10 conviviali… per accorgermi ancora una volta che stavo recitando una parte, per sentirmi ancora una volta lontana da tutti ed estranea, proprio laddove dovrei sentirmi in famiglia… per riscontrare ancora una volta che non c’è alcun posto dove io riesca a sentirmi davvero a casa

…ebbene sì, vivo sempre in quella straziante sensazione che ho provato un giorno al risveglio dall’anestesia: vedo intorno a me i volti che mi sono familiari, sento le loro voci lontane che si intersecano e si sovrastano l’un l’altra, vedo i loro gesti come una pellicola che avanza veloce… urlo, urlo con tutto il fiato che m’avanza… ma non mi esce la voce, resta strozzata in gola e non riesco a comunicare, non riesco a partecipare, non riesco a farmi sentire… è un incubo che ripeto da quando ero bambina; è una tremenda sensazione che ti comprime la bocca dello stomaco, proprio qui, nel mezzo del torace, al centro della mia ernia jatale…

Da un po’ di tempo, in famiglia e non solo, mi ripetono spesso che parlo troppo sottovoce, mi chiedono di ripetere perché non mi capiscono… ho il timore che sia il mio fiato che sta per terminare, che sia la mia voce che inizia ad abbandonarmi, che presto resterò totalmente muta!

e a puttane pure il cielo …
che non c’è, non è neanche vero …
oggi il lanciatore di coltelli
conta tutte le parole
e scrive zero

[…]

Non confondermi mai, non confondermi mai
coi geni o coi coglioni
e non confonderti mai, mai, mai, mai
coi ciarlatani:
se ti verranno a dire,
e ti verranno a dire,
che non so più chi sono,
rispondigli che sono ancora e sempre
un grande lanciatore di coltelli
e……………………

 

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