Diario di un incesto

a cura di Andrea Mauri

In Spagna è stato pubblicato il “Diario di un incesto” dall’editore Malpaso. Un libro inquietante, lo definisce la stampa spagnola.
Leggendone alcuni estratti, mi ha colpito questo passaggio: “nelle favole sull’incesto tra padre e figlia, le figlie, come conviene sperare, sono terrorizzate dalle avances sessuali del padre. Fanno tutto il possibile per sottrarsene. Nel mio caso non fu così. Quando ero in grado di farlo, era troppo tardi: mio padre controllava la mia mente, il mio corpo, il mio desiderio. Io lo desideravo. Tornavo a casa. Tornavo per quello.”
Gli abusi sono iniziati quando la bambina aveva tre anni e si sono protratti fino ai ventuno. Solo chi ha fatto un doloroso lavoro di elaborazione e di accettazione del rapporto incestuoso con il padre può raccontare, come fa l’autrice anonima del diario, i fatti in maniera così lucida e porre l’accento sulle reazioni contraddittorie che l’incesto provoca nella figlia.
Nel racconto c’è il silenzio della famiglia, che sapeva; c’è l’incapacità di affrontare il tema, vagando tra il desiderio di denunciare tutto, di nascondere, di parlarne con il padre stesso. E c’è pure la vergogna di raccontare agli altri di non essere perfetta come il mondo la vuole e se è accaduto questo la colpa deve essere anche la sua, la colpa di aver attizzato il desiderio del padre.
Una lettura inquietante, appunto, che fa riflettere sul bene e sul male, sulle numerose sfaccettature dell’esistenza umana e sulle nostre ansie precipitose di giudicare ed etichettare tutto ciò che esula da regole sociali e morali calate dall’alto.

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