Corti d’autore

a cura di Andrea Mauri

Gli spettacoli di corti teatrali attirano un buon numero di spettatori. E’ una formula che piace, ormai rodata nei numerosi festival sparsi in Italia. In una mezz’ora al massimo – ma in qualche caso anche nel breve arco di cinque minuti – gli spettacoli mini trascinano lo spettatore in atmosfere magiche in un tempo brevissimo, sconvolgendo l’ordinarietà della nostra giornata.
Tanti festival di corti d’autore, dicevamo. Festival appunto. Quando per caso a Barcellona scopro l’esistenza del Microteatre, vicino al quartiere molto frequentato di Gracia. Cos’è il Microteatre? Una struttura pensata e realizzata solo per i corti teatrali. Il motto che si legge nel sito web spiega tutto: opere teatrali di 15 minuti, per un massimo di 15 persone, in meno di 15 metri quadrati.
Le sale sono ricavate in stanze lungo uno stesso corridoio. Porte che si aprono su mondi differenti. Ti chiamano quando è il momento di entrare. Gli stessi attori ti accompagnano nella stanza dove la vita è sospesa tra realtà e fantasia, ti invitano ad accomodarti su sedie sistemate in circolo. E voilà, il corto d’autore è servito. La magia è servita, e non solo quella che gli spettatori seguono assorti, forse con maggiore concentrazione perché vogliono approfittare fino all’ultimo secondo di questa illusione, ma anche quella del brusio che arriva dalle sale attigue. Perché un acuto, una nota, una canzone invade gli spazi senza disturbare, anzi creando una commistione di storie ed emozioni che piace agli spettatori.
Si esce soddisfatti, se ne vogliono vedere altri di corti e magari ci si rende conto di aver trascorso buona parte del pomeriggio e della sera al Microteatre. Un successo di pubblico, senza dubbio. Perché allora non pensare anche qui in Italia a un teatro simile? Festival dei corti certo, ma pure una struttura fissa come punto di riferimento degli amanti del genere. Anzi, siete invitati a segnalarci se avete notizia di esperienze simili da noi. Intanto coltiviamo l’idea di metterla in piedi un’esperienza simile. Se a Barcellona funziona, perché non dovrebbe decollare nelle nostre città?

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