22062013

SABATO 22 GIUGNO 2013

 

Helen e Nancy devono partecipare ad una trasmissione televisiva.
Io, Fiore e Sean le accompagniamo e restiamo lì per un pò; poi ci mandano via e torneremo a prenderle.
È sera. Andiamo a casa e telefono a babbo e mamma: dobbiamo passare da loro e ci accordiamo per andare mentre attendiamo l’orario delle ragazze. Mentre sono al telefono con babbo, mamma ci avvisa che la trasmissione sta per terminare, la sta seguendo in televisione. Passeremo da loro più tardi, dopo aver preso Helen e Nancy.
Apriamo la porta di casa e, per prima, esco sul pianerottolo. Mi ritrovo in un immenso androne che non conosco. Mi volto indietro, anche Sean sta uscendo e se ne accorge. Stiamo commentando come sia possibile che tutto sia cambiato fuori. Dove sono le scale che c’erano? Mi volto verso casa per avvertire Fiore che ci sta seguendo. Lui lascia la porta di casa aperta e gli raccomando di chiuderla. Fiore mi risponde: cosa si possono prendere? non c’è più nulla!
Vedo che improvvisamente anche dentro casa è tutto cambiato. Ci ritroviamo in questo androne dove ci sono molte altre persone: anche loro cercano di capire dove si trovano. Alcune sono come sfocate, alcune hanno solo la testa, alcune sono figure complete.
Cerchiamo tutti un’uscita senza trovarla. Improvvisamente l’androne si trasforma in un’immensa piazza, popolata da sempre più persone.
Alcuni sono tranquilli, altri, come noi, cercano disperatamente di capire cosa sia accaduto e dove ci troviamo.
Sono tremendamente preoccupata per Helen e Nancy da sole nella sera ad attendere, mentre noi non riusciamo a ritrovare la strada.
Fiore si siede su una panchina a riposarsi, mentre io e Sean proseguiamo a cercare intorno, insieme a molte altre persone. Siamo tutti sorpresi da quegli uomini e donne con i contorni del corpo sfocati o non completi. Qualcuno man mano svanisce completamente, altri, invece, dalla sola testa, poco per volta appare tutto il corpo definito.
Mi volto verso la panchina e Fiore non c’è più, svanito nel nulla anche lui.
Abbraccio Sean e gli raccomando di non allontanarsi da me: potremmo perderci, svanire anche noi.
Io, Sean, e altri confusi come noi, iniziamo a domandare alle altre persone che invece sono perfettamente serene e a loro agio. Così veniamo a conoscenza che siamo morti. Siamo tutti in coma, in quella fase che precede la morte. Le figure che svaniscono sono persone che si risvegliano dal coma e tornano alla vita. Le figure che si definiscono sono quelli che muoiono.
Improvvisamente ci rivedo tutti su un aereo, poco dopo invece è un treno che si ferma ad una stazione. Io, Sean, Helen, Nancy e Fiore scendiamo insieme ad altri passeggeri per capire dove ci siamo fermati. Ci sono moti altri treni fermi e una grande confusione di persone che non capiscono cosa sia accaduto. Uno sciopero? Dei danni alla ferrovia? Un incidente?
Capisco che dev’essere accaduto un enorme incidente. Mi rasserena il pensiero che se Helen e Nancy non sono finite qui, significa che loro si sono salvate. Capisco che Fiore si dev’essere risvegliato dal coma: lui c’è l’ha fatta!
Io e Sean ci guardiamo e gli dico che deve riuscire a svegliarsi, non deve restare qui con me. Non vuole, è rassegnato alla nostra fine. Lo imploro a impiegare tutte le sue forze per tornare alla vita, per risvegliarsi dal coma. È giovane, ha tutta una vita da vivere, non può finire così, non può lasciare sole Helen e Nancy. Deve farcela a tornare, andranno dai nonni e loro li aiuteranno: ce la faranno anche senza di me. Improvvisamente non ho più paura di restare sola.
Ora so dove sono e aspetterò, aspetterò il loro arrivo per tutta la loro vita. Saprò che loro stanno vivendo: è questo ciò che conta. Un giorno ci ritroveremo poi. Io sarò ancora qui ad aspettarli.
Vedo una stanza d’ospedale bianca. Fiore nel letto risvegliato. Babbo e mamma, con Helen e Nancy, accanto al letto di Sean che lo chiamano; i medici dicono loro che bisogna aspettare. Devono parlargli, chiamarlo, e sperare che riesca a tornare.

Mi sveglio.

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