01122012

Ho provato, a volte, ad immaginarmi vista dai tuoi occhi. Quali emozioni e pensieri possono essere passati su di te quando sono nata?

Non era certo un periodo facile, né per te né per l’intera famiglia. Avevi appena perso tuo padre, dopo mesi che devono esser sembrati lunghi ed estenuanti per tutti, logorati dall’impotenza verso una malattia inarrestabile. Un periodo, al contempo, spaventosamente veloce da non lasciarvi il tempo per accettare. La perdita d’un uomo che, dall’immagine che mi è giunta dai racconti familiari, era sempre stato un sostegno fondamentale e solido per tutta la famiglia e che, d’improvviso, lasciava te erede di questo ruolo. Tu, suo unico figlio, fino ad allora forse fin troppo protetto, investito d’un tratto dei panni dell’uomo di famiglia: con madre, moglie e figli da proteggere.

Cosa può aver pensato, allora, un padre quando la sua unica figlia femmina arrivò a bussare la porta, terza dopo due figli maschi, in una casa che cominciava persino ad essere stretta per contenerci tutti?

E come mi avrai vista mentre crescevo, probabilmente così diversa dall’immagine di figlia femmina che poteva esserti stata trasmessa fino ad allora? Tu, che non avevi avuto neppure una sorella per paragonarne le figure.

Ho provato mille volte a disegnarmi dal tuo punto di vista… Ho avuto tre figli anch’io, ma io sono madre e le emozioni d’un padre posso solo arrischiarmi ad immaginarle.

Dicono che le bambine quando crescono cercano un uomo che somigli al proprio padre. Forse per noi, ragazze cresciute negli anni della contestazione in cui il ruolo della donna nella società veniva messo in discussione, è stato tutto un po’ diverso. Ma di una cosa son certa: ho sempre cercato nelle figure maschili quei valori che m’avevi trasmesso tu… anche se poi, nel mio percorso, mi sono imbattuta in tutt’altro.

E se nella transizione adolescenziale tentavo di proporre a mamma gli ideali d’una diversa identità femminile che andavo scoprendo, per i quali si combatteva la dipendenza economica e psicologica dal proprio uomo; col compimento della maturità realizzavo che l’aver accanto un uomo come te era per una donna un dono prezioso.

In quanto figlia ti ringrazio per tutto ciò che hai saputo dare a mia madre, consapevole che nessun altro uomo avrebbe potuto supportare meglio la fragilità della sua personalità. E ringrazio te e mamma per avermi cresciuto al riparo d’una unione così complementare da mostrarmene la sua serenità, come fosse una condizione naturale insita nel concetto stesso di “famiglia”. La vita m’ha poi mostrato essere, invece, una dote alquanto rara. Al contempo m’ha insegnato che radici così profonde ti danno la forza d’affrontare tutto il resto proseguendo a credere, nonostante tutto, nell’esistenza della “bellezza”.

Mi hai insegnato che gli anni compiuti rappresentano i traguardi raggiunti. Io, di traguardi, ne ho mancati molti, ma da te ho imparato la dignità, la lealtà verso se stessi, la correttezza come abbecedario della vita.

Nel celebrare i tuoi 80 anni non posso che augurarmi di saper ancora afferrare molte altre essenze dal tuo esempio.

Grazie e Auguri !!!

 

Maria
1 dicembre 2012

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